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mercoledì 16 novembre 2011

Da oggi se curi il tuo cane sei ricco...
Lo stato italiano non è dalla parte degli animali. Non c’è altra reazione possibile dinanzi alle ultime notizie provenienti dall’Agenzia delle Entrate.
Per la lotta all’evasione fiscale, una piaga del nostro paese, si è pensato di incentivare i controlli e tenere d’occhio gli ipotetici evasori sulla base delle loro spese. Dunque è maggiormente sottoposto a controllo chi può permettersi una barca, una macchina di lusso o una villa al mare. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che accanto ai beni di “lusso” come può essere un oggetto di antiquariato, sono state inserite le spese veterinarie.
Secondo il nuovo redditometro, avere un animale da compagnia e quindi avere la possibilità di provvedere al suo benessere e alle sue cure equivale ad essere ricchi. Una notizia che ha sconvolto non solo i possessori dei quarantacinque milioni di animali domestici, ma anche il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, la quale non ha esitato ad esprimere tutta la sua incredulità e delusione.

“Dopo tante battaglie per dimostrare che i quattro zampe non sono un extra, ma fanno parte a tutti gli effetti della famiglia, il nuovo redditometro rappresenta un colossale passo indietro”, spiega l’onorevole, la quale continua dicendo che si tratterebbe anche di un espediente poco efficace, dal momento che “ci sono persone, molte delle quali anziani, che si tolgono il pane di bocca pur di prendersi cura del proprio cucciolo, e giovani che rinunciano al divertimento per accudire trovatelli”.

Si tratta di un provvedimento a dir poco vergognoso, che equipara l’animale ad un oggetto e che darà conseguenze non poco gravi. Carla Bernasconi, vicepresidente della Federazione Nazionale Ordini Veterinari, appare particolarmente preoccupata, dal momento che qualora il redditometro non venisse corretto, i possessori di un animale da compagnia, col timore di essere controllati potrebbero evitare di portare i propri animali dal veterinario, con grande pericolo per quest’ultimi e per l’uomo.

Così mentre ci si batte per la tutela e i diritti degli animali e si sogna un paese dove le cure siano un diritto di tutti e non solo dei più ricchi, i milioni di volontari sconosciuti, i quali senza alcun riconoscimento provvedono quotidianamente alle cure di cani e gatti bisognosi, dovranno anche fare attenzione a quanto spendono dal veterinario, a meno che non vogliono rischiare di passare per straricchi!

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