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sabato 31 marzo 2012


Sciopero generale, tafferugli e cortei in tutto il paese: migliaia di persone in piazza, i sindacati protestano

la folla in piazza a Madrid
Manifestazioni in tutta la Spagna contro la riforma del lavoro, nell’ottava giornata di sciopero generale dal ritorno della democrazia, nel 1975: nel mirino dei sindacati che hanno indetto la protesta la politica di tagli e austerità e la riforma del lavoro varata dal governo conservatore del premier Mariano Rajoy.
Qualche tafferuglio prima del via alle manifestazioni a cui aderiscono decine di migliaia di persone, ma gli unici disordini di una certa gravità si sono registrati a Barcellona, dove gruppi di Black-bloc hanno bruciato alcuni cassonetti e infranto numerose vetrine prima dell’inizio delle manifestazioni; altri scontri con la polizia sarebbero ora in corso nel centro della città catalana. Il bilancio è per il momento di 58 arresti e undici feriti, fra cui sei agenti; l’unico ferito grave si è registrato questa mattina nella località navarrese di Vitoria, dopo uno scontro fra un gruppo di manifestanti e la polizia.
Le manifestazioni principali si stanno svolgendo da pochi minuti a Madrid, Barcellona e Valencia; nell’Andalusia e nella Galizia, dove i cortei sono stati anticipati al primo pomeriggio, si è registrata un’elevata partecipazione, senza che al momento si abbiano cifre ufficiali: secondo i dati diffusi dal sindacato l’adesione allo sciopero ha raggiunto il 77%, con punte del 97% in alcuni settori.
Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais i sindacati – che hanno proclamato il successo dello sciopero, indipendentemente dalle manifestazioni – hanno teso una mano al governo, proponendo delle modifiche alla legge di riforma ma avvertendo che se entro il prossimo primo maggio non avranno ricevuto risposta le poteste sociali aumenteranno di intensità.
L’esecutivo ha risposto immediatamente che la legge non si tocca: “la strada riformista non si può fermare”, ha replicato il Ministro per l’Occupazione, Fatima Bañez, sottolineando come sede “della parola e il dialogo” sia il Parlamento che ha già dato il suo via libera con 197 voti a favore di quattro differenti forze politiche.

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